il retroscena
Massimo Giletti ci riprova: vuole condurre "Non è l'arena" da Mosca
Il presentatore, dopo aver condotto una puntata del programma da Odessa, sta organizzando una prima serata dalla Piazza Rossa. Si lavora per avere la portavoce di Lavrov
Dall'Ucraina alla Russia. Massimo Giletti ci riprova. E, così, a 100 giorni dall'inizio della guerra, vuole passare dall'altra parte della barricata: andando in Russia per condurre una puntata speciale del suo "Non è l'arena" su La7. Il presentatore ci sta lavorando da settimane. E la location prescelta sarebbe la centralissima Piazza Rossa di Mosca. Dove la troupe del programma vorrebbe coinvolgere un nome di peso della propaganda del Cremlino: Maria Zakharova, la portavoce del ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Quello stesso componente del governo russo che non più tardi di un mese fa scelse un programma italiano (Zona bianca, su Rete4) per parlare all'occidente, nella sua prima intervista a emittenti europee dall'inizio del conflitto.
Solo lo scorso marzo Giletti si recò a Odessa, per documentare in prima persona l'andamento della guerra nel paese sotto assedio. Da quella scelta (e dallo stile utilizzato) ne nacque un vespaio di reazioni polemiche. Sia da parte della politica che dell'opinione pubblica. Fatto sta che adesso Giletti ha voluto alzare la posta, noncurante di come sarebbe potuta essere accolta la sua sortita: spingendosi a voler raccontare la guerra in un teatro, come la Russia, dove se si dice divulga un'informazione non allineata ai dettami del Cremlino si rischiano fino a 15 anni di carcere. Peccato che lo faccia sfruttando un format come il talk.show, che in questi mesi è stato accusato di servire principalmente a veicolare in Italia le falsità propalate dal regime di Putin.
Politicamente corretto e panettone