editoriali
Viva Fagnani, che a Sanremo ricorda a Gratteri la Costituzione
Al Festival la giornalista parla di rieducazione dei carcerati e replica al procuratore di Catanzaro: “Un detenuto non va picchiato perché lo stato non può applicare le leggi della sopraffazione e della violenza”
Francesca Fagnani, co-conduttrice della seconda serata del festival di Sanremo, ha osato toccare l’intoccabile, seppur senza nominarlo: il magistrato Nicola Gratteri, capo della procura di Catanzaro e simbolo dell’antimafia militante. Lo ha fatto leggendo sul palco dell’Ariston un monologo scritto con i ragazzi detenuti nel carcere minorile di Nisida, incentrato sulla rieducazione del condannato prevista dalla nostra Costituzione.
“Un autorevole magistrato, al quale dobbiamo essere grati per le inchieste importantissime che coordina – ha detto Fagnani riferendosi a Gratteri –, questa estate ha detto: ‘Sono contrario a uno schiaffo in carcere o in caserma, il detenuto non deve essere toccato nemmeno con un dito perché non deve passare per vittima’”. La replica di Fagnani in diretta davanti a oltre dieci milioni di spettatori: “Un detenuto non va picchiato per la ragione che dice lei, cioè per consentirgli di fare la vittima. Non va picchiato perché lo stato non può applicare le leggi della sopraffazione e della violenza. Se non faremo in modo che chi esce dal carcere sia meglio di come è entrato sarà un fallimento per tutti”.
Chissà se Fagnani è pienamente consapevole del ginepraio di polemiche in cui si è andata a infilarsi criticando un mostro sacro dei giustizialisti di tutta Italia. Non a caso alcuni giornali hanno già parlato di “attacco” di Fagnani contro Gratteri, essendo in questo paese inconcepibile qualsiasi diritto di critica nei confronti delle toghe (basti pensare che l’ultimo a farlo, il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, venne punito dal Csm con un declassamento e un trasferimento a mille chilometri di distanza, a Torino).
Eppure, Fagnani non ha fatto altro che ricordare a Gratteri, magistrato dalle inchieste importanti ma anche dalle manette facili, uno dei principi cardine della Costituzione, la stessa celebrata il giorno prima all’Ariston alla presenza di Mattarella: il detenuto non è un animale, ma un cittadino come tutti gli altri. Dunque viva Fagnani, che contro lo spirito forcaiolo imperante osa parlare di diritti dei carcerati e brandire la Costituzione.