L'Isis è capitalista
“Produzione e contrabbando di petrolio, gestione delle centrali elettriche, produzione di grano, la lista delle attività commerciali del moderno Califfato è ben lunga. La gestione delle risorse strategiche della regione controllata dal Califfato è nelle mani dei capi tribali, e sono sempre loro ad amministrare la distribuzione dei ricavi all’interno della tribù. Un modello che non si distacca molto da quello delle grandi aziende occidentali (corporate), con la differenza che i legami di sangue e non le cordate ne sono la linfa vitale.
La differenza principale con il nostro modello è che l’attività criminale, per esempio il traffico di migranti o il contrabbando, sono inseriti nell’economia dello Stato Islamico, che ci guadagna sopra. Nel modello occidentale, per esempio in Italia, l’attività in nero viene tollerata ma non è ufficialmente integrata, anche se apporta un grosso contributo all’economia nazionale. I soldi del Califfo non sono poi così diversi da quelli dalle democrazie occidentali, il modello economico è quello capitalista!”.
Loretta Napoleoni, Ecco perché il Califfato è capitalista, Il Venerdì di Repubblica, 27 novembre 2015
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