Neoliberismo a ritroso
Si pensi per esempio all’articolo 81 della Costituzione, introdotto nell’anno 2012 che, nell’imporre l’obbligo del pareggio di bilancio, ha in sostanza costituzionalizzato il paradigma della cosiddetta “legalità sostenibile” e ha minato le fondamenta stesse dello stato sociale impedendo il finanziamento in deficit dei suoi servizi. Se si ripercorre a ritroso la genealogia di questa norma costituzionale, ci si rende conto che non è stata elaborata all’interno del Parlamento nazionale, in esito a un dibattito pubblico consapevole delle sue conseguenze macro-sistemiche, ma all’interno di ristrette élite economiche sovranazionali e di provata fede neoliberista. E ci si rende conto che la sua approvazione è stata sollecitata non dal Parlamento europeo e neppure della Commissione europea, ma dal presidente della Banca centrale europea, con una lettera destinata a restare segreta, inviata il 5 agosto 2011 al presidente del Consiglio dei ministri italiano. E andando ancora a ritroso ci si rende conto che la sua approvazione è stata festeggiata dalle più grandi banche d’affari internazionali come ad esempio la potentissima Morgan Stanley.
Roberto Scarpinato, procuratore generale presso la Corte d’appello di Palermo
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